Gian Luca Laghi. Storia del verde di Forlì. Un viaggio nel tempo tra viali, parchi e grandi alberature della città attraverso documenti inediti, rare fotografie e cartoline d’epoca. Edizioni Graficamente. Forlì dicembre 2017.
Il lavoro di Gian Luca Laghi è di quelli che resteranno, come accade per le ricerche ben impostate e ben condotte. A distanza di tempo, queste pagine costituiranno un punto di riferimento sicuro per i nuovi studiosi, un testo probabilmente imprescindibile. Perché? I motivi sono diversi. L’autore non è solo un appassionato cultore del genere, ma un funzionario pubblico: sa come vanno le cose e come “pensano” le istituzioni, quindi. I documenti che ha compulsato con grande attenzione – essendo la bibliografia disponibile, com’è noto, alquanto scarna – provengono in massima parte dell’Archivio Comunale di Forlì: sono il frutto di una sedimentazione amministrativa plurisecolare, e di quei talvolta tortuosi percorsi burocratici recano tracce (o cicatrici) inevitabili. Laghi li ha saputi leggere con rigore, cogliendo l’essenziale, senza farsi travolgere dal superfluo retorico da cui sono incorniciati. E la prosa scelta per restituirceli, nitida e corretta, trovo rappresenti un valore aggiunto a quello, già rilevante, dei fatti presi in sé.
Perché questo lavoro è importante, al di là della messe originale di dati e di eventi collazionati? Perché racconta le diverse percezioni del paesaggio urbano via via stratificatesi nel corso del tempo, in coincidenza con l’evoluzione delle culture, dei costumi, delle sensibilità. L’utilizzo crescente del verde in città, talvolta acutamente pianificato, talaltra abbandonato alla casualità, accompagna l’immagine e il profilo identitario della nostra comunità, ne è un risvolto significativo. Se il nuovo parco urbano è, di fatto, un “luogo centrale” assai più frequentato, oggi, delle piazze storiche; se il “giardino pubblico” post-napoleonico fu il primo tentativo di dar vita ad un passeggio borghese, in un’epoca nella quale Forlì era un cittadone placidamente disteso su un tappeto verde rurale brulicante di contadini, significa che questo tema rappresenta un filo rosso ininterrotto nella vicenda del nostro Comune. E che dire poi delle essenze scelte dal fascismo per l’arredo urbano della Forlì “nuova”, destinata a crescere e a moltiplicarsi al di là dell’antica cerchia muraria? Dalla prefazione di Roberto Balzani.
INDICE
PREFAZIONE di Roberto Balzani
INTRODUZIONE
DALL’EPOCA TARDO ROMANICA AL PRIMO NOVECENTO
DALL’ABBATTIMENTO DELLE MURA AL SECONDO CONFLITTO MONDIALE
ECATOMBE E RINASCITA POST BELLICA
L’INCREMENTO DEL VERDE PUBBLICO A CAVALLO DEI DUE MILLENNI
ESCURSIONE NORD OVEST
Piazza Saffi, piazzetta della Misura, glicine di Manoni, giardini Orselli, piazza Cavour, palazzo Piazza Paolucci, piazza del Duomo, via Episcopio Vecchio, ex monastero di Santa Chiara, viale Italia, viale Vittorio Veneto, piazzale del Lavoro, via Ravegnana, via Gorizia, via Lughese, viale Bologna.
ESCURSIONE NORD EST
Corso Armando Diaz, giardinetto della Rocca, via Giovanni dalle Bande Nere, viale Filippo Corridoni, via della Rocca, viale Guglielmo Oberdan, Campus Universitario, piazza Giovan Battista Morgagni, corso della Repubblica, piazza XX Settembre, via Giorgio Regnoli, via Fronticelli Baldelli, via Eugenio Valzania, viale Giacomo Matteotti, piazzale della Vittoria, viale della Libertà, piazzale Martiri d’Ungheria, via Manzoni, via Andrea Costa, via Cervese, platano di Carpinello, Santuario di Fornò.
ESCURSIONE SUD EST
Parco della Resistenza, viale Domenico Bolognesi, via Zanchini, via Mellini, via I Maggio, viale Fratelli Spazzoli, viale Fulcieri Paulucci de’ Calboli, viale Roma, Aeroporto di Forlì, vie Seganti Baracca Icaro e XXX Stormo, viale Bidente.
ESCURSIONE SUD OVEST
Piazza Dante Alighieri, via Livio Salinatore, viale dell’Appennino, Parco urbano, Ca’Ossi, centro sanatoriale di Vecchiazzano, Villa Saffi, quercia di Saffi.
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA