Per un brevissimo momento della sua lunga e gloriosa storia, la piazza principale di Forlì ha conosciuto un nome particolare: St. Andrews’s square cioè piazza Sant’Andrea. Figlio, come ogni toponimo, di una situazione particolare. l’occasione venne “offerta” ai britannici in un momento veramente difficile della nostra storia: la Liberazione. Vogliamo ricordare che è la croce di Sant’Andrea a disegnare la bandiera del Regno Unito.
Anche a Forlì, come nel resto d’Italia, la Liberazione costò numerose vite umane e ingentissimi danni alla città. Antonio Mambelli sul proprio diario racconta, giorno dopo giorno, il susseguirsi dei bombardamenti e descrive il numero delle vittime e la distruzione dei luoghi. Il 25 agosto 1944, scrive: […] una terza (bomba nda) conficcatasi presso l’antenna d’angolo di fronte a San Mercuriale, è esplosa alle 16 e 30 dopo che si era provveduto a sbarrare gli accessi alla piazza. Nuove rovine si sono prodotte alla facciata del palazzo delle poste che appare dilaniata; tale è stata la violenza dello scoppio che ha determinato il crollo del monumento ad Aurelio Saffi. Una fotografia scattata poco tempo dopo dalla cima dello scampato campanile di San Mercuriale, lascia però chiaramente vedere una grossa buca, scavata con tutta probabilità da una bomba, proprio a ridosso del monumento distrutto. E i resti del monumento rovesciati proprio nel lato dalle poste.
Deserta non meno piazza Saffi – racconta ancora il Mambelli il 20 settembre ’44 – con il moncherino al monumento al triunviro che sembra un cippo funereo a blocchi di marmo ammonticchiati o sparsi per indicare lutto, sciagure e una rovina morale. Quel moncherino di marmo, che era la base del monumento a Saffi, diventerà per breve tempo la rappresentazione stilizzata di Sant’Andrea. Così ancora il diario alla data del 27 gennaio 1945: Gli inglesi battezzano la nostra piazza Maggiore con il nome di sant’Andrea; appare infatti sul troncone del monumento ad Aurelio Saffi un grande cartello con la scritta St. Andrews’s square. I pezzi della statua di Aurelio Saffi scolpita dal maestro Cifariello furono depositati presso locali comunali, mentre il malmesso basamento fu in seguito demolito dagli alleati per liberare completamente la piazza.
Per rivedere il monumento di Saffi al centro della piazza bisognerà aspettare il 1961.