Sulla Descriptio Romandiole del 1371 incontriamo Villa Sancti Martini. E’ un nucleo abitato di una certa consistenza: ha infatti 68 focularia, contro i 20 di San Lorenzo, i 16 di Vecchiazzano, i 57 del Ronco. Per meglio capire è importante sapere che la Descriptio Romandiole è un censimento ai fini fiscali voluto dalla Chiesa e redatto dal cardinale Anglic Grimoard de Grisac, fratello del papa Urbano V. Il significato di focularia (focolari – famiglie) è verosimilmente quello di “nuclei in grado di pagare tasse”; sono quindi esclusi dall’elenco un cospicuo numero di mendicanti e vagabondi, e anche numerosissimi religiosi.
Il nome del quartiere è stato acquisito da un’antichissima pieve ricordata nel X secolo come Sancti Martini qui vocatur in Strata, una delle tante San Martino sparse nel territorio forlivese e romagnolo. Questa però, sembra fosse particolarmente potente ed ambita.
Ma il toponimo completo è San Martino in Strada. Ed eccola là, la nostra vecchia pieve, ancora oggi a ridosso della strada, anzi, della Strata. La Strata era la via: una delle poche esistenti. Importante, insostituibile, antica, spesso lastricata. Il percorso obbligato. Per intenderci, dalle nostre parti la Strata per eccellenza era la via Emilia.
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