di Maurizio Tassani
La biblioteca Aurelio Saffi di Forlì possiede due esemplari di Divina commedia stampati a Venezia nel 1477. Uno dei due è impreziosito da splendide miniature. l volumi furono realizzati dal tipografo tedesco Windelin von Speyer (Vindelino da Spira). Windelin, e il fratello Johan von Speyer, sono considerati i primi tipografi ad aver introdotto la stampa con i caratteri mobili a Venezia.
I due rari incunaboli fecero parte della biblioteca privata del collezionista e bibliofilo di Fusignano Carlo Piancastelli. Nel 1938 l’intera collezione di Piancastelli venne donata, con lascito testamentario, alla Biblioteca comunale di Forlì.
L’operosissima stamperia veneziana di Windelin von Speyer nel 1477 pubblicò quella che è considerata la prima edizione a stampa commentata della Divina Commedia. Il commento, falsamente attribuito a Benvenuto da Imola dallo stesso Vindelino, è anonimo ma in realtà è opera del bolognese Jacopo della Lana ed è in volgare, mentre, Benvenuto da Imola scrisse le sue chiose in latino. Questa falsa attribuzione da parte dello stampatore, più che un grossolano errore, potrebbe essere una sorta di trovata editoriale. Alla fine del Quattrocento, infatti, Benvenuto da Imola godeva di una fama largamente superiore rispetto al collega Bolognese.
Il volume, oltre al testo e al commento della Divina Commedia contiene anche la “vita e costumi” di Dante, cioè una biografia del poeta scritta da Giovanni Boccaccio. Boccaccio era stato uno dei primi e, al tempo stesso, uno dei maggiori conoscitori dell’opera di Dante nel XIV secolo. Questo scritto, dal carattere agiografico, raccoglie in se il certo e l’incerto, il vero e il fantastico ed è espressione evidente di tutta la stima e l’ammirazione che Boccaccio nutriva per il maestro fiorentino.
Nel 2021 (18 settembre – 18 dicembre) il prezioso volume è stato protagonista alla mostra in palazzo Romagnoli dal titolo: Alla scoperta di Dante. Il patrimonio dantesco alla Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì.