IL BOMBARDAMENTO DEL 25 AGOSTO 1944

di Mario Proli e Gabriele Zelli

Il primo bombardamento su Forlì avvenne il 19 maggio 1944. I tragici conteggi del devastante atto bellico riportarono 140 morti e 450 feriti. Poco più di tre mesi dopo la città visse un’altra giornata sanguinosa, quella del 25 agosto, quando i bombardieri dell’esercito alleato colpirono il cuore della città provocando circa un centinaio di morti fra civili e militari, e alcune centinaia di feriti.

La famosa immagine che ritrae la chiesa di San Mercuriale danneggiata dai bombardamenti dell’agosto del 1944.
Forli, il bombardamento del 25 agosto 1944. Il glicine Manoni salvo nella devastazione di via Delle Torri.

Era un venerdì, giorno di mercato e il centro cittadino, nonostante la gravissima carenza di generi di prima necessità e di altri prodotti, era affollato. Proprio in quelle ore le forze dell’Ottava Armata Britannica avevano fatto scattare l’offensiva contro la difensiva nazista, la Linea Gotica, che dall’altezza di Cattolica teneva la testa dell’Appennino fino alla Versilia. Mentre le truppe inglesi di terra cercavano di sfondare le trincee tedesche all’altezza della costa, l’aviazione doveva tagliare le comunicazioni stradali e ferroviarie e danneggiare il nemico. Alcuni componenti di una formazione sudafricana, pur avendo come obiettivo i raccordi della ferrovia e la stazione, sbagliarono bersaglio colpendo piazza Saffi e le zone circostanti. I primi bombardieri apparvero all’orizzonte alle 9.16, sganciando a riprese consecutive il loro carico di distruzione. Nell’occasione vennero colpiti anche le zone di corso Mazzini, alcuni edifici in via Leone Cobelli, lo stabilimento Bonavita (che occupava tutta l’area dell’attuale piazza Guido da Montefeltro), il palazzo del Vescovado, la Tipografia Raffaelli, il Duomo. In via Delle Torri subirono enormi danni la sede dell’Amministrazione Provinciale, il Teatro Apollo, le case delle famiglie Fuzzi e Manoni. Incredibilmente si salvò il glicine sulla facciata dell’edificio Manoni e l’episodio fu interpretato come imbolo di resistenza dei cittadini forlivesi alle avversità della guerra.

In piazza Saffi subirono danni il palazzo municipale, il palazzo degli Uffici Statali, le Poste, palazzo Paulucci de Calboli, la chiesa del Suffragio. La tragedia più grave si consumò sul sagrato di San Mercuriale e di fronte al campanile. Fatalità volle che molte persone si fossero rifugiate nell’intercapedine fra la chiesa e la torre campanaria e che una bomba cadesse proprio nelle vicinanze facendo scempio.
Monsignor Giuseppe Prati (il popolare don Pippo), parroco della millenaria abbazia, trascorse l’intera giornata a raccogliere pietosamente i brandelli di carne umana attaccati ai muri e sparsi sul selciato della piazza per poi darne pietosa sepoltura in una fossa comune allestita al Cimitero Monumentale.

Nel pomeriggio, verso le 16,30, in piazza scoppiò una bomba rimasta inesplosa, determinando il danneggiamento del monumento ad Aurelio Saffi che nei giorni successivi fu smontato e riposto in un deposito comunale. Fu ricollocato nello stesso posto nel 1961, dopo un’accurata operazione di restauro, come a simboleggiare che a distanza di 17 anni poteva dirsi completata l’opera di ricostruzione della città dopo la Liberazione.

Il monumento ad Aurelio Saffi distrutto dai bombardamenti alleati del 1944. Forlì piazza Saffi. Raccolta privata.

Segni del devastante bombardamento sono ancora visibili sulla facciata dell’edificio che un tempo ospitava il Bar Roma in via Guido Bonatti. Nella stessa giornata, sulle 15.45, un ulteriore bombardamento colpì le zone del Foro Boario, di Coriano e altre del territorio comunale.

L’edificio in via Guido Bonatti a Forlì porta ancora i segni del bombardamento del 25 agosto 1944. Foto Forlipedia, 2022.

Forlì fu soggetta a tantissimi bombardamenti alleati e anche uno di parte nazista. Solo nel 1944 – scrive Antonio Mambelli nel “Diario degli avvenimenti in Forlì e Romagna dal 1939 al 1945” – Forlì ha subito 1.022 allarmi aerei, 79 bombardamenti, 87 spezzonamenti e 57 azioni di mitragliamento. Abbiamo avuto 470 morti in battaglia o in prigionia, 271 civili deceduti e 676 feriti, 230 partigiani uccisi. Scuole, chiese, fabbriche, palazzi e case gravemente danneggiati. È stata una lunga notte …”.
Le zone più bersagliate furono l’aeroporto e la zona dello scalo ferroviario. I tre bombardamenti maggiori, quelli che causarono centinaia di vittime, feriti e distruzioni devastanti, furono quelli alleati del 19 maggio e 25 agosto e quello nazista del 10 dicembre 1944 sulla chiesa di San Biagio e la zona di via Merenda e Corso Diaz.

In occasione dell’ottantesimo anniversario del bombardamento, quattro epigrafi trasparenti sono state collocate nella cappella Dei Ferri in San Mercuriale.

Bibliografia:
Antonio Mambelli. Diario degli avvenimenti in Forlì e Romagna dal 1939 al 1945. Pietro Lacaita Editore.
Marco Viroli e Gabriele Zelli. I Giorni che Sconvolsero Forlì, 8 Settembre 1943 – 10 dicembre 1944. Società Editrice Il Ponte Vecchio. Cesena, 2014.

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