I vend la Torra, ovvero vendono la torre, è un simpatico detto in uso a Forlì nella prima metà del Novecento. Il suo significato è rivelatore di scarsa disponibilità economica assieme a un’evidente leggerezza nella pratica pubblica.
L’Amministrazione comunale, in grave difficoltà economica, per risolvere il problema non trova altro rimedio che vendere l’invendibile: la torre civica dell’orologio, la Torra, appunto. Contrariamente a numerosi detti popolari, l’origine del nostro è conosciuta. A scriverne è infatti un redattore de La Piè che pare essere un testimone diretto dell’accaduto e conoscente dell’attore che lo rese popolare: un pescivendolo soprannominato Bella bessa. Pescivendolo e banditore, come lo definisce lo stesso cronista: un divulgatore goliardico.
Il racconto. Durante una seduta del Consiglio comunale un consigliere con poca sensibilità e misera lungimiranza propose di sanare le casse dell’Amministrazione vendendo i pezzi pregiati della pinacoteca pubblica. La proposta fu fortunatamente respinta, ma la sua stravaganza non mancò di giungere all’orecchio della piazza. Così, ogni volta che le campane della Torre suonavano, Bella bessa si divertiva ad ingigantire la vicenda urlando: I vend la Torra, i vend la Torra.