Giulio Paolucci era un giovanissimo ragazzo di Saludecio che frequentava la scuola fascista di volo a vela di Pavullo. Morì il 13 agosto 1928 cadendo da un velivolo. A lui fu intitolata, il 9 giugno 1929, la palestra appena ristrutturata di Campostrino a Forlì.
Troviamo sue notizie sul Diario storico dell’Opera Nazionale Balilla: righe che riportiamo nei tratti salienti. Giulio Paolucci era solo figliuolo della sua casa e aveva dovuto lottare con la tenerezza materna per realizzare l’antico suo sogno del volo. Da due anni insisteva per essere accolto nella scuola di Pavullo e bisognò non contrastare il suo freddo coraggio, la sua vocazione prepotente. Già l’ala tanto amata l’aveva tradito una prima volta; ma non si sgomentò e fu più forte e più ardito, fidente nel comandamento: volare è necessario, vivere no. Ma il tradimento si rinnovò e fu mortale.
Il presidente del Comitato provinciale della O.N.B. di Forlì propose all’onorevole Renato Ricci che la palestra di via Campostrino portasse il nome del ragazzo. Il presidente nazionale dell’O.N.B. acconsentì. Nello stesso tempo – leggiamo sulla rivista “Forum Livii” del 1929 – altro omaggio significativo veniva decretato dal Ministero alla memoria dell’eroe giovinetto, simbolo della gioventù forlivese con l’intitolare a lui l’aeroporto di Pavullo nel Frignano, sede della scuola di volo a vela. Ancora oggi l’aeroporto porta il nome di Giulio Paolucci e ancora oggi ospita una scuola di volo a vela.