La prima tettoia, con relativi servizi di lavaggio e pesa necessari al mercato del bestiame, fu realizzata sulla via Ravegnana nel 1927. Poi, in seguito alle necessità “estetiche” della crescente urbanizzazione della zona, fu costruito il monumentale complesso architettonico che ancora oggi troviamo a sfondo del piazzale omonimo. La costruzione, progettata dall’architetto Arnaldo Fuzzi e approvata da Benito Mussolini, comprendeva: una sala contrattazioni, un bar, l’ufficio postelegrafonico, l’ambulatorio e l’abitazione del veterinario. La realizzazione si completò nel 1935.
Oggi le contrattazioni in quel luogo non avvengono più. Troppo alto è il costo del trasferimento degli animali, e molto più facile è il viaggio degli acquirenti verso le aziende e lo scambio dei dati per via telematica. Terminato quindi il compito per cui era stato realizzato, ora l’edificio ospita la sede della circoscrizione e alcuni servizi sanitari. La sua grande area, nella quale recentemente è stata costruita una scuola materna, attende una destinazione pubblica.
Prima del 1927, il Foro Boario era collocato in una vasta area nelle vicinanze delle mura di porta San Pietro, superficie in seguito occupata dalla fabbrica Mangelli. Dalla parte opposta dell’attuale viale Matteotti vi era il mercato dei maiali. Il mercato delle bestie fu trasferito in quella sede nei primi dell’800 dopo essere stato ospitato per secoli nella piazza Grande, l’attuale piazza Saffi (l’antico Campo dell’Abate) e per qualche anno, dal 1797, fuori porta Cotogni.
Personaggio caratteristico e fondamentale della contrattazione degli animali era il sensale o mediatore: ogni azienda ne aveva uno di fiducia. Con una scena teatrale e ripetitiva, sanciva l’avvenuto accordo tra venditore e compratore e la stretta di mano, spesso seguita da un bicchiere di Sangiovese, era sacra.
La presenza dell’importante struttura decretò la nascita di un toponimo che ancora oggi individua un quartiere: Foro Boario, appunto.