La via Fontanelle, già Strada Comunale delle Fontanelle, ha acquisito il nome da un podere che la costeggiava: il podere Fontanelle appunto, un’antica proprietà del Comune di Forlì che oggi ha assunto una destinazione completamente diversa da quella agricola.
E’ un toponimo molto diffuso, spiega Antonio Polloni: Fontanelle (Riccione), Fontanella (Val Rabbi), Fonte (Riolo), Fontana Fredda (Borello), Fontesanta (affluente del Savio). Siamo al cospetto di acqua buona, non fiumana o piovano o di lacuna (palude). Acqua di fonte. Il nostro podere Fontanelle è legato ad una storia importantissima, quella dell’acquedotto forlivese. Non a caso. l’abbandono dei fetidi pozzi privati all’interno dei cortili e di quelli sulla pubblica via, ebbe inizio a Forlì nei primi anni del XX secolo quando la nostra città si dotò di una “Officina Acquedotto”, di pozzi artesiani e di un torrione-cisterna. Furono le ripetute epidemie a far decidere per la grande opera idraulica, la cui realizzazione creò non pochi problemi.
Le idee elaborate sin dalla seconda metà dell’800 furono grandiose. Si pensò di intercettare le acque dell’Appennino per realizzare un acquedotto per tutta la Romagna e addirittura di riattivare l’antico acquedotto di Traiano di cui si erano mantenute alcune misere tracce. Ma poi venne decisa una più facile, almeno in apparenza, perforazione in piazza Delle Erbe (Cavour). L’ intervento durò alcuni anni ma non ebbe risultati concreti.
Il dubbio su quale nuovo progetto adottare, fu superato da un vero colpo di fortuna che spostò gli interessi verso il Ronco: …in occasione degli studi e delle ricerche preliminari per l’impianto dello zuccherificio Eridania, scrive Elio Caruso, si trovò acqua in quantità abbondante in località Bussecchio, nel podere municipale Fontanelle. Sorridiamo pensando che un esame toponomastico avrebbe dato una bella mano ai ricercatori forlivesi. Il toponimo Bussecchio, che per molti trae origine da Pozzecchio, accostato a Fontanelle avrebbe offerto ben più di un semplice indizio. Si racconta infatti che in qui luoghi, nei momenti di piena del fiume Ronco, le correnti sotterranee spingessero in superficie le acque del sottosuolo dando origine al fenomeno chiamato fontanelle.
Furono realizzati 5 pozzi Northon e fu costruito l’immobile dell’officina che ancora oggi distinguiamo con facilità tra gli edifici del complesso universitario in via Fontanelle, mentre i piccoli manufatti in mattone, che alloggiavano i vecchi pozzi, li riconosciamo sul terreno dell’aeroporto. Gran parte del vecchio podere Fontanelle è oggi infatti parte dell’area verde che costeggia la pista di atterraggio. Le perforazioni in quei luoghi sono proseguite anche in tempi moderni con risultati soddisfacenti.
Per l’innalzamento del serbatoio dell’acqua potabile si pensò ai Giardini Pubblici dell’attuale piazzale Della Vittoria, poi addirittura ad una terribile sopraelevazione del mastio della Rocca di Ravaldino e quindi alla più pratica realizzazione nei prati della rocca stessa, una delle zone più alte della città. Parte della sua costruzione fu effettuata utilizzando i mattoni delle antiche mura civiche demolite. L’attuale torrione non è l’originario, ma quello ricostruito dopo gli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
Via Fontanelle attraversa i quartieri Bussecchio e Ronco
Bibliografia:
Marino Mambelli. Dietro la Facciata. Forlì raccontata dai suoi palazzi. Edizioni Graficamente per il Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Forlì-Cesena.
Ettore Casadei. La Città di Forlì e i suoi dintorni. Società Tipografica Forlivese. Forlì, 1928.
Elio Caruso. Forlì Città e Cittadini tra Ottocento e Novecento. Mario Lapucci Edizioni del Girasole. Ravenna, 1992.