Antico e curioso toponimo già citato nella Descriptio Romadiole del 1371.
Per la sua origine non dobbiamo pensare a punizioni o atti di forza. Né a gesti dimostrativi nei confronti di famiglie avversarie, ribelli o faziose. E neppure a soluzioni drastiche per isolare una pericolosa epidemia. La casa murata che ha stretto un patto perenne con la toponomastica forlivese è un simbolo di agiatezza e di modernità: la casa in muratura.
Verso la fine del periodo comunale – scrive Lucio Gambi su La Casa Rurale nella Romagna – la casa verosimilmente era edificata in legno, ad assi e tronchi, e solo le fondamenta erano in muratura di sassi cementati con un impasto di terra. Poi il solo piano terra, più soggetto a sollecitazioni e umidità, verrà costruito in muratura, mentre il piano superiore continuerà per molto tempo ad essere realizzato in legno.
La rara casa muratam, cioè realizzata completamente in muratura, era oggetto di attenzione, tanto che la sua presenza veniva specificata negli atti di compravendita o enfiteusi dei fondi agricoli. Una sua indicazione come punto di riferimento topografico diede probabilmente origine al nostro toponimo Casemurate, indistintamente dalla destinazione che tale edificio ebbe.
Lo stemma secentesco che troviamo sulla mappa del Coronelli ci dà una chiara idea di edificio solido e in mattoni.
Casemurate è frazione di due comuni: Forlì e Ravenna. Divide le due giurisdizioni lo scolo Serachieda.
Voci correlate a quartiere Casemurate:
La vecchia scuola elementare di Casemurate
Forlì e la via del mare (mostra)
Alfiano, antico borgo scomparso
Casemurate, memorie e misteri di una villa di frontiera (libro)