Toponimo bellissimo. Difficile. Affascinante. Nella ricerca della sua origine i registri toponomastici del Comune di Forlì non ci aiutano. Via Campagna di Roma: già Comunale Campagna di Roma – leggiamo –. Dal nome della comunale preesistente. Il riferimento è ad una deliberazione del 1964 che confermò un nome esistente. La via attraversa i territori di Petrignone, Villagrappa e Rovere.
Per la nostra Campagna di Roma vogliamo escludere un’intestazione destinata ad un qualsiasi ricordo risorgimentale. Se così fosse, la posizione giusta della via sarebbe a ridosso della via Solferino, della Piero Maroncelli o della Giovita Lazzarini. Fu in centro, e dopo l’unità d’Italia, che i nomi delle vie cominciarono ad essere “politicizzati”. Sulle carte dell’I.G.M. con rilievo base del 1894, troviamo la “possessione” C. Campagna di Roma: un podere. E troviamo una Campagna di Roma anche sul Catasto Pontificio. Ci togliamo così definitivamente il dubbio del Risorgimento.
Campagna. D’accordo, siamo in campagna, ma perché di Roma? Una famiglia de Roma abitava con i suoi numerosi componenti l’intera zona? Soluzione semplicistica che ci sentiamo di escludere.
Cambiamo prospettiva per un’ipotesi molto suggestiva. Campagna di Roma: agro romano, ager publicus populi Romani, ovvero ager gallicus confiscato. La cosa si fa seria, abbiamo fatto un salto indietro di oltre 2000 anni. La via Emilia venne sistemata nel 187 a.C. e fu solo l’inizio di una vera e propria colonizzazione. I terreni di pianura e delle prime pendici collinari vennero espropriati – scrive Giancarlo Susini –, divennero “ager publicus populi Romani”, furono bonificati e assegnati mediante la parcellazione centuriale ad agricoltori romani venuti dal Lazio, dall’Umbria, moltissimi dalla Sabina. …il forlivese visse, soprattutto nelle campagne, un’autentica e grandiosa rivoluzione ecologica e culturale. Mutate definitivamente le tecniche e le sedi della produzione agricola, con gente diversa – quindi un habitat antropologico tutto nuovo: non solamente gli animali da cortile e le sementi da trapianto erano mutati, ma le facce e i comportamenti. Le tracce della centuriazione sono ancora visibili: fu una campagna nuova, “l’agro romano”. Nonostante i secoli il toponimo campagna di Roma seppe resistere. Perse la vastità, diventò “Campagna di Roma” identificando un’area più limitata, un podere e infine una via. Altri toponimi della zona possono ricondurre ad un’organizzazione fiscale/amministrativa romana. Su tutti lo straordinario Fiscalla, ma anche La Guardia e Facchina.
Rinnoviamo le ipotesi. Passarono i secoli e vennero le invasioni: i “Barbari”. E in seguito la convivenza, l’integrazione. All’inizio forse solo la non belligeranza. Nelle stesse terre due storie diverse che si scontrano/incontrano. Qui i Romani, là, oltre la via Emilia, i Longobardi. Sono proprio alcuni toponimi ad indicare la possibile compresenza delle due etnie: Castel Latino e Campagna di Roma da un lato, Braldo (da braida) dall’altro.
Parliamo di Roma capitale e dell’origine del suo nome per una nostra ultima ipotesi. Tra i moderni alcuni studiosi hanno pensato ad un nome italico od etrusco, ambedue teoricamente possibili. Si è ritenuto che l’urbe abbia trovato il nome da “Rumor”, idronimo col quale Servio indicava il Tevere… L’altra spiegazione vorrebbe far equivalere Roma a “ruma”: mammella, con riferimento al colle Palatino per le sue due vette paragonate ad un seno femminile. Quest’ultima indicazione pare adatta al nostro caso. E’ proprio quella della “mammella”, ovvero del colle. Il podere Campagna di Roma si trova infatti nel punto in cui si elevano le prime colline che dividono i comuni di Forlì, Castrocaro e Faenza. La Campagna di Roma è la nostrana campagna dei colli?
Bibliografia
Antonio Polloni. Toponomastica Romagnola. Leo S. Olschki Editore Firenze. 1966.
Giovan Battista Pellegrini. Toponomastica Italiana. Hoepli MIlano, 1990.
Guido Achille Mansuelli. Caesena – Forum Popoli – Forum Livi. Regio VII Aemilia. Istituto di Studi Romani Editore, 1947.