Interessante e significativo toponimo in località Selva. Un tempo la strada vicinale Bruciapecore correva nelle vicinanze di quella che oggi è la via Mattei: il suo stretto tracciato è indicato nei fogli catastali d’inizio ‘900 e sul posto è ancora individuabile in un piccolo tratto sterrato che da via Selva porta a via Costiera. Quella vicinale conduceva a un luogo che sulla mappa dell’Istituto Geografico Militare (rilievo del 1894) non ha un nome. Curiosamente però, sulla copia depositata presso gli uffici toponomastici del Comune di Forlì, qualcuno ha effettuato, chissà quando, un intervento grafico: ha cerchiato manualmente un gruppo di case appena sotto la strada e ha scritto quel nome con un gesto significativo. Vale a dire: Sulla mappa non è specificato, ma questo posto è conosciuto da tutti come Bruciapecore. Un toponimo vero quindi. Con molta probabilità siamo al cospetto di un’area (lontana dalla città) un tempo destinata all’incenerimento, per fini igienici, di animali colpiti da malattie infettive. In primo luogo ovini.
Il toponimo ha origine antica. Il Maestro Marc’Antonio Miserocchi, Pubblico Agrimensore della Città di Forlì, cita infatti la strada detta di Brusapecore in un atto ufficiale del 1681. E dalla sua relazione s’intuisce che in quel momento il luogo era già un ricordo.
A distanza di circa un chilometro verso Est troviamo quello che sicuramente era il prolungamento della vicinale Bruciapecore. Siamo nel territorio di Forlimpopoli. Anche in questo caso la Commissione toponomastica del Comune artusiano ha voluto saggiamente imprimere nella memoria del territorio il ricordo della vita di un tempo.