
La via Boara attraversa il quartiere San Tomè nel comune di Forlì. Si tratta di una strada alla quale è stato attribuito un nome interessante e antico: un toponimo vero e proprio.
Sui vecchi registri toponomastici leggiamo: Il nome deriva dalla presenza nel luogo di un’antica chiesetta, distrutta in seguito
dai tedeschi nella II guerra mondiale. In effetti la chiesetta c’era, ma anche la chiesetta, Santa Maria in Boara, assunse una parte del nome dalla nostra località.
Sulla mappa di fine ‘800 dell’Istituto Geografico Militare, nelle vicinanze di Malmissole, troviamo una possessione denominata la Bovara e sul Libro Biscia di San Mercuriale, in atti del 1160 e 1177, troviamo citata la località Boai sulla cui localizzazione Tagliaferri e Gurioli (Il Libro Biscia di San Mercuriale di Forlì) non hanno dubbi: oggi Boara, località tra San Giorgio e Malmissole.
L’origine del nome pare abbastanza semplice. Bos è il latino bue, e boarius significa dei buoi. Quindi parliamo di una zona destinata ai bovini. Un’area di raduno delle bestie di un più ampio possedimento. Un punto di monta. In Santa Maria in Boara benedicevano le bestie? Anche un pascolo parrebbe indicato poiché ci troviamo nel sito dell’antico e paludoso tracciato del fiume Montone, oggi parzialmente segnato dal Canale di Ravaldino. Le paludi, in seguito alle bonifiche, divennero prati, luoghi ideali per il pascolo. Pari argomento viene affrontato per quartiere Bussecchio.
La nascita del toponimo appare ampiamente risolta ma, proprio perché siamo in un’antica zona golenale, proponiamo anche una seconda (e secondaria) ipotesi. L’origine è dal celtico bawa, ovvero fango, pantano e dal latino medievale bova che significa canale melmoso. Per approfondire suggeriamo di far visita alla scheda dedicata alla via Bovelacci.