Achille Cantoni, l’eroe forlivese con la camicia rossa, fu il protagonista di un romanzo storico scritto da un quasi sconosciuto scrittore dell’epoca: Giuseppe Garibaldi.
Antonio Mambelli racconta così il personaggio forlivese al quale la commissione toponomastica ha dedicato una via: Di Nicola e Vincenza Ghinassi, nato a Forlì il 13 agosto 1835, morto a Mentana il 3 novembre 1867. Studiò a Siena nell’Ateneo, ove ottenne la laurea in giurisprudenza. Fu comandante della Guardia Nazionale fino al giorno in cui andò volontario nell’esercito, col quale prese parte alle “campagne” nelle fila di vari reggimenti. Nel 1866 fu al seguito di Garibaldi nel Primo Reggimento Volontari Italiani, promosso Capitano e Maggiore per atti di valore al campo. L’anno successivo ebbe il grado di Colonnello Comandante la Quarta Colonna Volontari Italiani per la campagna dell’Agro Romano, ove cadde alla testa dei suoi nella battaglia di Mentana. Il Cantoni fu particolarmente caro a Garibaldi che ne esaltò la memoria in un romanzo a lui intitolato.
Il brano che segue è tratto da: “Achille Cantoni, l’eroe celebrato da Giuseppe Garibaldi”, “Il Messaggero”, edizione locale del 5/11/1990:
Bello come l’Apollo di Fidia, come Milone di Crotone robusto Cantoni, il coraggioso volontario di Forlì, destava l’ammirazione universale degli uomini quando, alla testa dei suoi militi, assaltava il nemico d’Italia, e quella delle donne – e le donne sì che sanno apprezzare il bello e il valoroso uomo. Sulle donne dunque egli esercitava quel delizioso fascino contro cui non varrebbero le gelose mura degli harem…
A descrivere in questo modo l’eroe forlivese Achille Cantoni, è nientemeno che Giuseppe Garibaldi. Queste righe sono tratte dal suo “Cantoni il volontario”, un romanzo storico che l’eroe dei due mondi pubblicò nel 1870. Un lavoro che, con pochi altri, segna la breve e sfortunata carriera di scrittore del grande italiano. Il volume è tornato alle stampe due anni fa (1988) grazie all’editore Reverdito che lo ha fortunosamente ritrovato in una biblioteca privata. La storia d’amore del sedicenne combattente forlivese con l’ancor giovane (14) bolognese Ida, fuggita da casa per seguire la Legione italiana e il suo Achille, è il filo conduttore di questo romanzo-documento, testimonianza diretta del nostro Risorgimento. Ida e Cantoni, trovano la morte nell’ultimo capitolo a Mentana, dove i garibaldini vennero sconfitti mentre puntavano alla conquista di Roma. Così si legge: L’alba del 4 novembre 1867 rischiarava due cadaveri, feriti al petto ed abbracciati. L’uno era quello nel cui stampo la scultura greca modellava i suoi Achilli l’altra, poiché si riconosceva donna, nei suoi 32 anni, manifestava ancora quella purezza di lineamenti, che adornano molte delle belle figure di Felsinea…