La fotografia di Paolo Monti ai Musei San Domenico di Forlì: 4 mostre dedicate al celebre fotografo. Dal 6 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019, Musei San Domenico di Forlì.
Comune di Forlì – Assessorato alla Cultura. In collaborazione con: Comune di Milano – Civico Archivio Fotografico del Castello Sforzesco; Fondazione Beic (Biblioteca Europea di Informazione e Cultura), Milano; Regione Emilia Romagna; Ibacn Regione Emilia Romagna; Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna; Centro Studi Melandri; Italia Nostra.
Più di 400 opere fotografiche, divise in 4 mostre, indagano il percorso artistico di colui che è considerato uno dei principali fotografi del Novecento. L’evento espositivo apre negli spazi dei Musei San Domenico nel centro storico di Forlì, dal 6 ottobre fino al 6 gennaio 2019. Accanto alla monografica tenutasi al Castello Sforzesco di Milano tra 2016 e 2017 dal titolo: “Paolo Monti, Fotografie 1935-1982”, sono allestite altre tre esposizioni riguardanti il territorio forlivese: dalle immagini tratte dal censimento capillare che Monti fece del centro storico di Forlì, a quelle che realizzò nelle campagne di rilevamento dei beni culturali dell’Appennino bolognese e nelle vallate forlivesi, fino alla mostra che propone le letture fotografiche attuali dei muri di Forlì operate da Luca Massari, allievo di Monti.
QUATTRO PERCORSI ESPOSITIVI
“Paolo Monti – Fotografie 1935-1982”: propone la mostra monografica tenutasi al Castello Sforzesco di Milano tra 2016 e 2017, composta da circa 200 fotografie originali datate tra 1935 e 1982, libri e materiali archivistici. La mostra, a cura di Silvia Paoli (da un progetto di Pierangelo Cavanna e Silvia Paoli, curatori anche del catalogo, edito da Silvana Editoriale), è l’esito di un’indagine scientifica condotta sull’intero archivio di Paolo Monti, di proprietà della Fondazione BEIC (Biblioteca Europea di Informazione e Cultura) e depositato presso il Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano. Lo studio ha consentito di mettere in luce lo straordinario ruolo culturale di Monti apportando nuovi elementi di conoscenza e confermandolo come uno dei più importanti fotografi italiani del Novecento. L’esposizione fornisce spunti interpretativi utili anche per la comprensione delle altre mostre (in collaborazione con Comune di Milano e Fondazione Beic).
“Paolo Monti e il censimento del centro storico di Forlì” (a cura di Roberta Valtorta): sono esposte circa 80 stampe scelte dal Fondo Fotografico sul censimento del 1971 del Centro Storico di Forlì, conservato presso la Biblioteca Saffi. Le immagini mostrano al pubblico il metodo di lavoro di Paolo Monti attraverso alcuni percorsi in importanti aree della città. Sarà inoltre esposta una selezione di oggetti che raccontano la vita e il lavoro Monti come i suoi taccuini e le sue macchine fotografiche.
“Paolo Monti dalle campagne di rilevamento al censimento delle vallate forlivesi” (a cura di Andrea Emiliani e Marina Foschi): espone una prima serie di circa 30 fotografie originali ed una seconda di circa 60 riproduzioni . Le immagini dei rilevamenti effettuati nel 1969 provengono dall’archivio privato di Andrea Emiliani e si affiancano alle fotografie eseguite nelle vallate forlivesi nel 1971 per la Provincia di Forlì stampate dai file digitali del Fondo Case, ora di proprietà del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. La mostra racconta il metodo usato nelle campagne che furono alla base della costituzione dell’Istituto Beni Culturali per affrontare la conoscenza e l’analisi del patrimonio culturale. Presente in mostra una documentazione esplicativa del metodo di rilevamento IBC e alcune pubblicazioni IBC.
“2018 Muri di Forlì: letture fotografiche di Luca Massari”: 50 immagini per una narrazione in chiave contemporanea di uno dei temi cari a Paolo Monti, ovvero quello dei dettagli urbani. Si tratta di fotografie dedicate ai muri della città di Forlì appositamente scattate da Luca Massari.
Il progetto costituisce un censimento contemporaneo della città attraverso la lettura dei muri: le superfici, i colori, i tessuti edilizi, le materie, i murales, scritte, diventano la chiave di lettura di un patrimonio urbano che è parte della memoria della città e della sua comunità.
I testi e le immagini sono tratti dal pieghevole della mostra e dal materiale messo a disposizione nella press area comunicaizon&venti.