PALESTRA CAMPOSTRINO

di Marino Mambelli

L’ex palestra Giulio Paolucci (Campostrino) disegnata da Enrico Del Debbio nel 1928. Foto anno 2021

Le ricerche polverose a volte regalano grandi emozioni. Questa volta è toccato all’ex palestra di Campostrino diventare protagonista di una scoperta eccezionale.

L’eleganza del prospetto sul fronte stradale della palestra Campostrino (ufficialmente palestra Giulio Paolucci) ha da sempre fatto pensare i più attenti ad una firma importante. Colta. Competente. Ma la scoperta del progettista di quei muri destinati da sempre alla ginnastica è stata molto più di una semplice rivelazione. E’ stata un avvenimento. Una conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, della frequentazione dei grandi architetti nella Forlì del duce. Stiamo parlando di uno dei più importanti tecnici del Novecento, di Enrico Del Debbio: il progettista dello spettacolare stadio Dei Marmi di Roma, per intenderci. Proprio lui ha messo la matita sul disegno del rifacimento della più antica palestra forlivese.

L’Opera Nazionale Balilla di Forlì aveva presentato la proposta di trasformazione dell’ottocentesca palestra di via Campostrino, ma la Commissione urbanistica aveva più volte respinto la pratica. Il problema era rappresentato dalla facciata principale del nuovo immobile che non dava sufficiente soddisfazione estetica agli esaminatori. Ma poi ci fu l’intervento tecnico risolutore (e anonimo) del grande architetto del regime. Lo definiamo anonimo perché le ultime tavole di progetto inviate al podestà per l’approvazione non furono firmate da Del Debbio (alcune portano la firma del geometra Artusi). Del Debbio, con molta probabilità, intervenne nella progettazione dell’edificio perché ricopriva il ruolo di direttore dell’Ufficio Tecnico nazionale dell’Opera Nazionale Balilla e quindi era il supervisore nella realizzazione di molti impianti sportivi ed educativi promossi dalla ONB. Non la firma, quindi, ma le idee, le soluzioni. Lo stile.

La notizia del suo intervento a Forlì ce la porge inaspettatamente il n. 3 del 1929 di “Forum Livii”, la rivista fascista dell’attività municipale che così racconta. “La palestra Giulio Paolucci, ceduta in uso perpetuo all’O.N.B., è un felice rinnovamento del vecchio capannone che serviva per le esercitazioni dei giovani delle scuole medie: l’on. architetto Del Debbio ha provveduto all’elegante rifacimento. In quel momento Del Debbio aveva già ricevuto l’incarico di dirigere il progetto del foro Mussolini (il Foro Italico) un impegno enorme per significato e dimensioni, che lo vedrà attivo anche dopo il conflitto mondiale.

Lo Stadio dei Marmi al Foro Italico (Foro Mussolini) e sulla destra la Farnesina. Straordinari complessi architettonici progettati da Enrico Del Debbio. Foto Forlipedia.
Il “Campostrino” prima dei restauri moderni. Foto Forlipedia, anno 2014.

La storia. La prima palestra di Campostrino fu realizzata nel 1888 su un’area denominata “Orto Santarelli” e poi “Orto agrario sperimentale”. Gli “Atti Consigliari” del 1887, recuperati in Archivio di Stato, alla data del 10 giugno 1887 (sera) testimoniano la brevissima discussione politica che portò all’approvazione del progetto. Al n. 2 dell’ordine del giorno leggiamo: Progetto per la costruzione della Palestra Ginnastica = […] la località che la Giunta avrebbe trovata più convincente per tale costruzione sarebbe l’orto agrario in un punto di esso da stabilire. La seduta è sospesa per qualche minuto – si legge ancora nelle righe del verbale – affinché i Sig.ri Consiglieri possano esaminare il progetto. Il Consiglio approvò all’unanimità il piano di lavoro delegando la Giunta all’individuazione del luogo all’interno dell’orto. In quel momento la via Oreste Regnoli si chiamava Santa Maria de’ Servi e la piazzetta Campostrino, più piccola dell’attuale, era la piazzetta Primavera.

La palestra venne utilizzata dalla società sportiva “Romanello da Forlì”, istituzione nata nel 1884 e in seguito trasformata in “Forti e Liberi”. La Prima guerra mondiale bloccò le attività ginniche per destinare i locali alle esigenze belliche, ma già nell’immediato dopoguerra il Campostrino fu il fulcro del rinnovato animo sportivo forlivese. Ginnastica, boxe, ma anche calcio nella grande area dell’orto agrario che divenne lo stadio forlivese in attesa del Morgagni.

Ammodernamento della rete viaria a servizio dell’ospedale Morgani (oggi Campus). La rettifica di Strada della Rocca (Giacomo della Torre), consentì la creazione dell’ampio cortile a servizio della palestra. Mappa di frazionamento per l’acquisizione delle aree, anno 1914. Archivio Ufficio Patrimonio, Comune di Forlì.

Il progetto di restauro, quello che (non) porta la firma di Del Debbio, venne concessionato nel novembre 1928. Il vecchio edificio fu parzialmente traslato, dotato di ampie finestre e rivisto nei servizi e nell’estetica. Il 9 giugno 1929 fu inaugurato al nome del giovane romagnolo Giulio Paolucci perito un anno prima in un incidente aereo. Alla manifestazione furono presenti: il podestà  Gaddi Pepoli, il presidente del Comitato provinciale dell’ONB Caporilli, molti insegnanti scolastici, gli ufficiali e i comandanti della Milizia. Venne disputato un saggio di ginnastica eseguito da squadre presentate dal professor Brasini e dalla professoressa Garavini.

Di nuovo la guerra fece sospendere l’attività degli atleti, ma ancora lo sport rinacque nel luogo originario con la “Forti e Liberi”. La società di ginnastica cessò l’uso della palestra solo con l’avvicinarsi degli anni Novanta. Poco dopo, causa l’incombente vetustà, anche le scuole interruppero definitivamente l’utilizzo dell’antico e affascinate edificio.

Da quel lontano Ottocento, quando la palestra fu edificata per la prima volta, il complesso ha subito notevoli variazioni. L’allargamento e la rettifica di via Oreste Regnoli portò il sacrificio di una campata dell’immobile a favore della viabilità. Inoltre, con l’ammodernamento della rete stradale a servizio dell’ospedale Morgagni (oggi Campus universitario), venne rettificata la Strada della Rocca, l’attuale via Giacomo Della Torre, creando di fatto l’ampio cortile che ancora oggi troviamo sul retro dell’edificio.

La palestra Campostrino prima della chiusura e dei restauri. Raccolta privata.

Infine i nuovi restauri. Sono stati condotti dal Comune di Forlì con l’approvazione della Soprintendenza poiché la palestra, anche se al momento della verifica non si conosceva il nome del progettista, è stata inserita nell’elenco degli immobili di interesse storico artistico. L’intervento, che rientra nell’ambito della riqualificazione del complesso Campostrino e del parco del Campus universitario, ha subito notevoli interruzioni causa il fallimento della ditta appaltatrice. Ma i lavori sono stati poi completati. L’antica palestra ha un futuro “polifunzionale”.

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