Il quartiere Ciola possiede un toponimo interessante e diffuso, con probabile derivazione dal latino classico cella, piccola camera, che non esprime per forza un significato religioso. In pieno Medio Evo – scrive Antonio Polloni – cella significò “piccola azienda agricola” dipendente dalla Badia o grangia, lavorata dai cellulari. Le forme popolarmente derivate sono numerose: dal latino cella si fece cellula, cellola, celola, celula ciula e ciola, zola, zula, con passaggi non sempre chiari e legittimi. L’idea più radicata sta nel significato di deposito di alimenti. In Romagna troviamo: Ciola frazione di Mercato Saraceno, Ciola Corinale a Santarcangelo, Ciola Araldi a Roncofreddo. E in Italia: Cella (CR) forse oratorio, Cellatica (BS) deposito di alimenti, Cella (VT) cavità naturale o artificiale adibita a dispensa, Cella (CZ) di eremita.
Si parla di un Fundo Ceule nel X secolo, un’area agricola probabilmente originata dalla centuriazione, legato alla Chiesa ravennate. Poi il fondo divenne Villa Ceule.
Bibliografia
Antonio Polloni. Toponomastica Romagnola. Biblioteca dell’Archivium Romanicum. Serie II Vol. 33. Leo S. Olschki Editore Firenze. 1966.
Giovan Battista Pellegrini. Toponomastica Italiana. Hoepli MIlano, 1990.
Antonio Zaccaria. La Parrocchia di Ciola e le antiche chiese di Domiziano e Faragano nel forlivese. Foto, stampa, progetto grafico: Leonardo Neri. Ciola Festa della Madonna del Rosario, 2005.