Quanti Castellaccio in Romagna. A Rimini, Imola, Tredozio, Forlì… Il toponimo nasce in genere dalla presenza di qualche rudere di rocca medievale presente nel territorio.
Parlando della chiesa di Santa Maria in Castellaccio, Ettore Casadei racconta: Il nome primitivo era Santa Maria in Traversara, che deve avere relazione coi Traversari di Ravenna, ben noti nella storia di quella città. La prima sede di quella famiglia fu a Traversara di Bagnacavallo ancora prima del mille. A Pietro, signore di Ravenna nel 1225, successe Paolo, che morì nel 1240. Esiliati dalla patria, i discendenti e collaterali di Paolo si rifugiarono a Venezia, a Forlì, a Brisighella, a Meldola, a Portico di Romagna. Fu, forse, in quella prima metà del secolo XIII che essi si fabbricarono un Castello ai confini verso Forlì e Cesena per difendersi dai Polentani e Malatestiani.
Sigismondo Marchesi azzarda un’origine più antica. In quel luogo, racconta infatti, si dovevano essere fortificati de’ Goti nel posto di S. Maria in Traversara detto comunemente anche hoggi il Castellaccio, Narsete con furor militare assaltò quel forte, lo prese, e lo desolò, eguagliandolo al suolo; le vestigia del quale racconta il Rossi, che si vedevano nell’anno 804 e che poscia, in processo di tempo fu da Paolo Traversari Ravennate riedificato… Alla distruzione del Castellaccio per mano di Narsete il cronista secentesco lega l’origine del toponimo Rotta.
La presenza nel luogo di molte tracce fisiche e toponomastiche legate ad antichi confini giurisdizionali, spinge chi scrive a pensare che il nostro Castellaccio fosse un antico avamposto di avvistamento creato per annunciare il sopraggiungere di pericoli.
La sua definitiva distruzione è generalmente indicata nel 1282 per azione militare di Giovanni D’Appia in guerra con i forlivesi.