La piazza dell’immagine sottostante non esiste più. Era piazza Vittorio Emanuele, una volta piazza Maggiore di Forlì, l’antico campo dell’Abate, e oggi Aurelio Saffi. Non è stato il cambio di denominazione a decretarne la sparizione, ma le scelte dei governi che nel ‘900 l’hanno sottoposta ad un lifting radicale. Anche l’odierna piazza Saffi è molto bella. Ma diversa.
Da sinistra: l’edificio degli Uffici statali ha preso il posto dell’antico palazzo Baratti (che appena si intravede) in angolo con via Torri. Le Poste, in arretramento di parecchi metri rispetto all’insediamento preesistente, hanno sostituito la cosiddetta Isola Castellini con il pregiato palazzo Pantoli (quello con la tenda) e una nutrita serie di negozi artigianali. San Mercuriale, sulla destra, nell’immagine ottocentesca ha un aspetto poco familiare: un restauro le ridarà l’austerità romanica. Poi il campanile, l’unico a non aver subito manipolazioni consistenti, mentre il chiostro, che si intravede appena sulla sua destra, è ancora chiuso e in attesa di essere arretrato nella posizione attuale. Infine il bellissimo edificio dei Vallombrosani. Il suo posto fu preso dal cosiddetto palazzo della RAS.
Al centro la colonna della Madonna del Fuoco, la stessa scultura secentesca che ritroviamo in piazza Del Duomo. Aurelio Saffi, nel 1921, colmò il vuoto dopo la demolizione della scultura sacra avvenuta nel 1909.
Piazza Saffi (Vittorio Emanuele) divide la sua grande superficie tra i quartieri: Ravaldino, Schiavonia San Biagio, San Pietro, Cotogni.