Nelle lunghe notti invernali le case coloniche, o meglio le loro stalle intiepidite dal calore delle bestie, diventavano tappa di un “percorso sociale” che riuniva e avvicinava la popolazione rurale disseminata e isolata nella campagna. Si parlava del raccolto, ma si facevano anche futili pettegolezzi. Nei trebbi si giocava a carte, si svolgevano piccoli lavori, si raccontavano le favole, si recitavano le poesie. Si tramandava la cultura contadina e si corteggiava. Si creavano situazioni e personaggi. La casa del mezzadro diventava un piccolo centro di cultura che proprietari terrieri e clero cercavano di osteggiare. Lo scambio di idee acculturava il contadino, la vicinanza di giovani di sesso diverso provocava promiscuità, l’insalubrità delle stalle metteva in pericolo la salute del contadino a discapito del podere.
Eraldo Baldini sul volume La Terra a Metà scrive: Sullo sfondo delle preoccupazioni padronali per la salute dei partecipanti ai trebbi traspare, con evidenza, un altro tipo di timore: della veglia ai proprietari non piace la carica socializzante. …rompendo l’isolamento delle famiglie, ci si informa a vicenda, si discute, ci si confronta.
Ma qual è il significato di trebbo, o meglio treb?
In senso figurato – spiega il “romagnolista” Ercolani – trebbo significava nel Cinquecento adunata festosa e chiassosa di amici. (…) i contadini usavano la voce treb pure nel bolognese dove pare significasse “unione di tre persone per conversare”. (…) in origine il latino “trivium” indicava l’incrocio di tre strade, com’è attestato da località della Toscana e della Romagna.
Incrocio, nodo, trebbo, trivio – scrive il Polloni – … forse il latino si è sovrapposto ad un sostrato celtico precedente: treb, casa; trebbare, abitare, stare in casa… Alcuni studi danno a treb la definizione di convegno, adunata, veglia.
Andê’ a vègia (veglia) spiega ancora l’Ercolani, significa andare a far conversazione o a trascorrere la sera in qualche casa (dal latino vigilare, vegliare)
I trebbi più conosciuti furono quelli indetti dalla famosa rivista La Pié. Erano veglie cultuali itineranti che andavano a toccare le località della Romagna.
La città di Forlì ha dedicato al ricordo de’ Treb, il Trebbo, una via a San Martino in Villafranca.
Il video che segue è stato incorporato dal portale YouTube Romagna Slang (assolutamente da visitare).