Gabriele Zelli (a cura di). Come fai ad essere così famoso? La classe IV della primaria “Raoul Follereau” intevista Gabriele Zelli. Edit Sapim Editore, 2021.
La Classe IV di Collina e il progetto sulla conoscenza del territorio
Nella prefazione al libro la classe IV della primaria “Raoul Follereau” intervista Gabriele Zelli, scritta dall’insegnante Astrid Valeck, ideatrice del progetto didattico volto a far conoscere le origini della scuola di Collina e la storia del territorio circostante, si legge: lo storico assomiglia ad un detective, va in cerca di indizi. In questo paziente lavoro analizza le fonti. È piuttosto complicato far uso delle fonti orali quando le persone non si possono incontrare come avvenuto per gran parte dell’anno scolastico 2020/21 a causa dell’emergenza sanitaria. In questo caso però – prosegue Astrid Valeck – la tecnologia ci è venuta in aiuto attraverso le videochiamate e le e-mail. Un modo per essere vicini e ascoltare, pur nella distanza. Nonni, zii e genitori sono stati gli interlocutori privilegiati della raccolta di informazioni. Ne è emerso che la scuola ha origini recenti e che in passato aveva un altro nome. Perchè è avvenuto un cambiamento? Chi era e che fine ha fatto Guido Guarini Matteucci a cui la vecchia scuola era intitolata? Quali sono le differenze tra la scuola di ieri e quella di oggi, nell’educazione come nell’organizzazione o nell’edilizia scolastica? Perchè la strada finisce proprio qui dove c’è la scuola? È sempre stato così?
A queste e ad altre domande, venti in totale, ha risposto Gabriele Zelli, cultore di storia locale ed ex amministratore di Forlì e di Dovadola, ricordando, fra l’altro, la modifica dell’intitolazione della scuola avvenuta in seguito alla costruzione del nuovo plesso avvenuta nel 1986. In precedenza, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, l’edificio era dedicato a Guido Guarini Matteucci, figlio di una delle famiglie più influenti di Forlì. Nel 1915, allo scoppio della Prima guerra mondiale, Guido lasciò la sua residenza e si recò a Milano dove incontrò diverse persone che ebbero un ruolo di spicco nel sostenere l’entrata in guerra dell’Italia, come l’avvocato Ernesto Re, il sindacalista Filippo Corridoni, Dino Roberto e altri interventisti. Guido Guarini Matteucci il 25 luglio dello stesso anno partì per il fronte di combattimento con il primo gruppo di volontari. Fu assegnato al 142° Reggimento Fanteria e chiese subito di essere impiegato in prima linea. Il 14 agosto 1915, dopo neppure 20 giorni di permanenza in trincea nella zona di Castelnuovo del Carso (provincia di Gorizia), durante un’azione esplorativa in direzione di una postazione nemica che doveva essere attaccata, venne colpito a morte. Il corpo di Matteucci fu recuperato solo quattro giorni dopo da una squadra di cui facevano parte anche alcuni di coloro che avevano influito nella sua decisione di partire volontario. Il suo corpo venne sepolto, in un primo momento, nel cimitero di San Pietro sull’Isonzo, poi, nel 1921 venne trasferito nel Cimitero Monumentale di Forlì. A Guido Guarini Matteucci venne conferita la Croce di guerra e fu decorato con la Medaglia d’argento al valor militare.
Al momento dell’inaugurazione della nuova scuola è stato deciso di indicare come esempio agli alunni che l’avrebbero frequentata, e che continuano a farlo, non più un volontario di guerra ma uno straordinario personaggio del mondo del volontariato e della solidarietà come Raoul Follereau, che ha dedicato gran parte della sua vita alla causa dei lebbrosi.
Raoul Follereau, nato a Nevers, Francia, il 17 agosto 1903, fin da giovanissimo si fece apprezzare come uno studente molto bravo e subito dopo gli studi in filosofia e diritto si fece conoscere come giornalista, poeta e conferenziere.
Nel 1935, all’età di 32 anni, fu inviato dal giornale “La Nation” a verificare quanto ancora era conosciuta la figura del missionario Charles de Foucauld, che visse fra il 1858 e il 1916; religioso francese che esplorò il deserto del Sahara e studiò la lingua e la cultura del gruppo etnico nomade dei Tuareg. Accettò l’incarico anche per soddisfare delle curiosità personali, come conoscere l’Africa. Durante un safari venne a contatto per la prima volta con la terribile realtà dei lebbrosi. La jeep con la quale viaggiava fu costretta a fermarsi presso uno stagno: in quel momento dal fitto della foresta emersero, come lui stesso raccontò, dei lebbrosi, dai visi impauriti e dai corpi distrutti e menomati dalla malattia, con un disperato bisogno di cibo. Questo incontro lo scosse profondamente tanto da cambiare la sua vita. Appena rientrò in Francia iniziò a pensare cosa poteva fare per coloro che definì “sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia”. Da quel momento in poi la lotta contro la lebbra e l’assistenza a coloro che ne venivano colpiti furono gli obiettivi che Follereau si diede e che perseguì con indubbi risultati fino alla sua morte avvenuta nel 1977.
Il libro può essere richiesto via email a gabriele.zelli@gmail.com (sarà inviato gratuitamente senza nessun onere, neppure di spedizione).