PIADINA DELLA MADONNA DEL FUOCO

Il 4 febbraio di ogni anno a Forlì si festeggia la protettrice della città: la Madonna del Fuoco. Il centro storico assume un aspetto magico. La gente invade le strade che odorano di dolci e le bancarelle espongono in abbondanza uno dei prodotti esclusivi della tradizione forlivese: la Piadina della Madonna del Fuoco.

Due versioni della piadina della Madonna del Fuoco di Forlì, accompagnate dal tradizionale lumino rosso del 4 febbraio.

A Forlì tutto ciò che è schiacciato e commestibile porta il nome di Piadina: la “Piada” originale (la Piè) ovviamente, ma anche la piadina salata che altrove si chiamerebbe focaccia, schiacciata o anche torta salata. Il posto d’onore però spetta alla Piadina della Madonna del Fuoco regina, come dicevamo, del 4 febbraio, giorno in cui nel lontano 1428 la sacra xilografia si salvò miracolosamente da un violento incendio. Questa specie autoctona di invitante “maritozzo” non somiglia per nulla alla piadina romagnola e per di più è dolce. Nella versione moderna viene farcita con crema, cioccolata, uvetta o marzapane. Questo chiede il mercato. L’importante, però, è che non manchi l’ingrediente aromatico fondamentale: l’anice. Sappiamo che qualcuno la produce senza. Che dire? E’ un attacco dissacratorio che solo un’abbondante offerta alla sacra Immagine nella sua cappella in Duomo potrà redimere.

Si racconta che in un anno non precisato di qualche secolo fa la carestia si fece sentire pesantemente a Forlì. Così, nel giorno della Madonna del Fuoco, la Cattedrale decise di vendere i voti fatti dai fedeli e utilizzare le offerte per comprare gli ingredienti necessari alla confezione di un pane dolce della festa da donare ai forlivesi per alleviarne la fame e sollevarne l’umore in onore della Festeggiata. Nacque così una ricetta profumata che con la forza della semplicità e della riconoscenza seppe cavalcare il tempo ed entrare nella tradizione dei forlivesi: cosa decisamente non facile per una città che dimentica con facilità il passato.

E’ un piacere sapere che, poco a poco, la deliziosa focaccia all’anice è tornata ad essere realizzata anche nelle case. In famiglia. Non è difficile cucinarla e il risultato è veramente emozionante. L’abitazione viene invasa del profumo e dagli aromi della tradizione: una tradizione di cui sentiamo sempre più bisogno. Oggi è abbastanza facile trovare la ricetta, cosa quasi impossibile fino a pochi anni fa. Ne abbiamo trovate alcune, e tutte molto simili. Di seguito proponiamo la nostra: quella usata per realizzare le piadine della Madonna del Fuoco riprodotte nelle immagini a corredo di questa voce . Buon appetito.

Una versione della piadina della Madonna del Fuoco.

Ingredienti:
500 gr. farina
2 uova
6 gr. di lievito di birra
100 gr. zucchero
15 gr. di anice
200 ml. di latte

Preparazione:
Sciogliere il lievito in 100 ml. di latte tiepido e impastare con 100 grammi di farina. Fare lievitare per 2 ore. Unite gli altri ingredienti e impastare con il latte fino ad ottenere un impasto elastico. Fare lievitare per 4 ore e poi dividerlo in 15 palline. Stendete le singole palline con spessore di circa 1/2 cm. e lasciare lievitare nuovamente le piccole “piadine” ben distanziate in forno spento coperte da un canovaccio assieme ad una ciotola di acqua molto calda per 2 ore. Spennellare con acqua il centro e polverizzare con lo zucchero. Cuocere in forno a 170 gradi per circa 25 minuti.

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