La Monda è un’area ubicata sui primissimi dislivelli delle colline di Forlì verso i confini con il comune di Meldola. Il suo è un toponimo antico e interessante. Una via che attraversa i quartieri di San Martino in Strada, Collina e Magliano ha assunto quel nome. E anche un famoso ristorante: La Monda, appunto.
Esplorando l’ottocentesco Catasto Pontificio incontriamo due indicazioni de La Monda. Contrariamente ad altre iscrizioni della stessa mappa, le “nostre” non sembrano rappresentare nomi di possessioni o poderi, piuttosto quello di un’intera zona. E’ un’area relativamente vasta che un evento accaduto molti secoli fa etichettò per sempre. Due sono le ipotesi più accreditate per la soluzione del toponimo.
Dal Dizionario Devoto/Oli:
Mondare – Liberare dagli elementi nocivi, impuri o inutilizzabili: mondare il riso, le olive, il grano. Riferito ai frutti, sbucciare: mondare le castagne.
Dal Dizionario di latino Le Monier:
Mundo – pulire. Mundus – pulito, sgombro.
Giovan Battista Pellegrini, su Toponomastica Italiana, indirizza il latino mundo verso l’accezione pulito, spoglio di vegetazione. E nella sua disamina individua alcuni toponimi significativi: Monda (Cascinella Garfagnana), Monte Mondo (Tregnago Verona), cima Monda (Revine Treviso), Casa Monda (Valle San Giovanni Teramo). E’ un’indicazione che fa per noi, quella che spiega la prima ipotesi: quella che privilegiamo.
Da quale vegetazione è stata mondata la nostra zona? Dal bosco atavico. O meglio, da una porzione di quell’enorme ed antica selva che caratterizzava gran parte dell’area forlivese. Un bosco favoloso di cui oggi rimangono solo misere tracce a Farazzano, Ladino, Scardavilla. E’ interessante notare come una delle iscrizioni Monda sulla mappa del Catasto Pontificio sia proprio a ridosso di un’altra scritta chiarificatrice: Ferazzano di Sopra. E poi, da non dimenticare che siamo nella zona di Carpena.
Terra pulita quindi. Rubata alla vegetazione. Da coltivare. Parliamo di un intervento di disboscamento dalle dimensioni considerevoli che ha interessato una grande attività umana. Andare alla Monda significò recarsi dove la terra era stata pulita dal bosco, dove il bosco non c’era più. Esistono numerosi altri toponimi, a Forlì e in Italia, che vanno a interpretare l’intervento dell’uomo alla conquista di terreni da coltivare a scapito del bosco: Ronco, Roncadello, Fornò, La Rotta…
Una gustosa curiosità? Anche la macchia rimasta rigogliosa attorno all’area abbattuta assunse beffardamente nel tempo lo stesso toponimo. E fu la selva della Monda, ovvero il bosco del luogo ripulito dal bosco.
Una seconda interpretazione del toponimo emerge dal mondo dei Longobardi. Facciamo nostro, pur mantenendo la preferenza nella soluzione precedente, quanto afferma Antonio Quarneti. Sono tipici toponimi derivati da “Munt / Mund” (Mundio nel latino medioevale), la legge che tutelava gli appartenenti al gruppo familiare longobardo e ne proteggeva i beni. Può essere interessante citarne alcuni, …Gamogna, Mugnone (fiume del Casentino), Mugno (fossato di Bagnacavallo), Mondine (Casola Val Senio, Faenza, Solarolo).
Bibliografia:
Antonio Polloni. Toponomastica Romagnola. Presentazione di Carlo Tagliavini. Biblioteca dell’Archivium Romanicum fondata da Giulio Bertoni. Serie II Vol. 33. Leo S. Olschki Editore Firenze. 1966.
Giovan Battista Pellegrini. Toponomastica Italiana. Hoepli MIlano, 1990.
Fulco Pratesi: Storia della Natura d’Italia. Editori Riuniti. Roma, 2001.
Antonio Quarneti. Toponomastica di Brisighella. Edit Faenza, 1995.